28.11.08

Ricordare

Paura, lingua dei modi
s’apre di statue alla commedia
ostili

Scompare nei termini
di una quiete ai denti
appesa
[ Antonio De Rose ]
Foto A. De Rose

22.11.08

ASSIM NOS DIAS, REBUS


ASSIM NOS DIAS, REBUS

(versione portoghese di COSI' NEI GIORNI, REBUS a cura di Claudia Vianello, Sao Paulo, 21.11.08)


A minha frágil unha tem uma mancha
de fineza, ignoro a marca no pulso
Feita igual, do amor visível não há eco
nestas folhas dispersas que não lerás
tu, límpida e severa poesia em cilada
depois me aprisionas, e te apresentas informe
nunca nos perderemos

Pouco faz, aos meus companheiros que movem as caudas
(gatos das noites de vigília, mais jovens do que antes
nas colônias azuis roçam-se a uma borboleta)
te mostravas em cores do relâmpago longo
a mais longa escuta da vida, quimera
que até a mim te move

E em raios te derramavas como energia das descidas
rock and roll de um céu de obras, que muda e vai
cai e se agita se gira, punge de planos eternos
uma epopéia de passos, às vezes se comove cativante

Das alturas, regressa ao ar a águia mas é tal, voz borboletinha
que leve se comprime ao redor do meu pescoço, macia
não a escondo jamais sobre a ponta da língua


COSI’ NEI GIORNI, REBUS


La mia fragile unghia ha una macchia
di finezza, ne ignoro l’impronta sul polso
Fatta uguale, d’amore visibile non ha eco
su questi fogli sparsi che non leggerai
tu, limpida e severa poesia in agguato
poi mi serri, e ti affacci informe
non ci perderemo mai

Poco fa, ai miei compagni che muovono le code
(gatti delle notti di vigilia, più giovani di prima
nelle colonie blu si frusciano a un papillon)
ti mostravi in colori del fulmine lungo
il più lungo ascolto della vita, chimera
che fino a me ti muove

E in lampi ti rovesciavi come energia delle discese
rock and roll d’un cielo d’opere, che muta e va
cade e si agita s’aggira, punge di tracciati eterni
un’epopea di passi, a volte si commuove accattivante

D’altezza, ritorna in aria d’aquila ma è tale, voce farfallina
che leggera mi si stringe intorno al collo, morbida
non la nascondo mai sulla punta della lingua


[ Antonio De Rose ]

16.11.08

Entropia trasformazione

IL Morto accanto al Re
PROSSIMITA' DELL'AUTORE

- Nel mio Libro ogni cosa è scritta e prevista. Anche il mio Essere, che è Sublime, scivolerà man mano nel sonno muto.
- Parla per te, anche da qui io tutto ancora ho da vedere e le mie parole dico. Quelle che tu non potrai mai scrivere, giammai dettare.

Il Morto si rifiuta di accettare l’ineluttabilità della sorte entropica, che lo vorrebbe sottomesso a quella – in comune - del Re (“…ogni cosa…Anche il mio Essere…”.). Artaud, dal suo “teatro crudele”, esemplifica ne Le palais hanté la condizione del Re, una volta per tutte.

Forma e materia si possono sottoporre a torsioni infinite ma non si governano totalmente. Nemmeno il disordine finalistico dei processi naturali vi può riuscire. La materia non si arrende alla piaga della dispersione e del caos, e cerca le forme per opporsi.

- Sentiamo già le obiezioni dei Realisti… “Non ci si ribella alla volontà di Sua Maestà!”.
Illusi e demagoghi.”

Il Morto comprende il bisogno di convivere con l’assurdo del destino entropico, (“Non ha peso l’obbligo al presagio”). Il Morto stesso è l’Assurdo! Allora vale la pena enfatizzare la vulnerabilità della forma e della materia, per fare dell’opera eterno punto di partenza, memori dell’innominabile “disordine ordinato”.

Bisogna impregnare la materia di sentimenti. (Louise Bourgeois)
Dunque se la materia, in base alla legge dell’entropia va a degradare, anche i sentimenti che vi vengono riversati, subiranno identica sorte, e di rimbalzo ciò varrebbe per tutto il resto: anche per l’arte e le emozioni; finanche per le parole?
Anche le parole sono sottoposte alla perdita dell’energia vitale.

Io non so capire, niente capo né coda trovo, non c’è un filo conduttore, comprensibile, plausibile…per tutto questo dire. Così non posso intitolare questo discorso. Oppure non voglio.



A. D.

Novembre 2008

Entropia trasformazione Collettiva di Arte Contemporanea a Firenze





Il Morto accanto al Re, poesia visiva, opera di A.De Rose (part.)
*** *** ***
17-23 Novembre 2008 FIRENZE Sala vetri e Salone Piazzetta Madonna della Neve (ex-Murate) orario 16:00-19:00
Aperitivo_Incontro con gli artisti Domenica 23 Novembre ore 17:00

Passaparola: Graffiacielo Vendesi :((

http://www.equilibriarte.org/enzocorrenti/blog/lo-studio-d-arte-il-graffiacielo-chiude-tutto-in-vendita-

12.11.08

Habere Artem Vol. XI - Antologia Poetica/Semplicità


Semplicità

Il viale ha due grandi bocche
e dal tetto sollevato
si spalanca, la vecchia testa

Un chiarore a effetto
quando vulnerabili si schierano
i piccoli cipressi
mentre si va via, la visione
moltiplica

E non basta là sul confine
sfilare, protegge le mosse annunciate
più indietro
una verità laccata, comprensione racchiusa
nel quotidiano commiato

[ Antonio De Rose ]

10.11.08

Cinque vite agitate

Cinque vite agitate
Sono state figlie magnifiche
Di un ordine canoro
Come segnale di inizio
Di un breve racconto

Da una porta che sbatte
Si ascolta il lavorio
Di una mente
Che è così
Dietro il panorama serale
Appena entrato nella stanza

Lentamente ispira un modello
Per la nave che salpa in fretta
Guarda là dove il sole è caduto
E precisa la sua catastrofe
[ Antonio De Rose ]

5.11.08

Asserimento

I fili arrivano all’erba, le mani sentono
La direzione ancorata agli occhi, nel riposo
Del vento abbiamo visto leggero un aquilone
E nei volti scontenti, qualcuno è morto ucciso
Contro un muro

Chiudete le porte a mezzanotte: le ombre
Benevole finiranno più scure, minute
Appoggeranno a una posa immobile l’aria
Già ferma, che nessuno dentro vede
E non ha luce


[ Antonio De Rose ]

2.11.08

Anche

Tale è anche l'amore verso quelli che amiamo:
che scrisse poche parole piene d 'ardore a sua madre,
e quantunque sapesse bene che è cieca
le disse: 'To', prendi e leggi!'.
Vladimir HOLAN

1.11.08

Futuro


L'allusione include un tempo trasferito

penso città con nome sporco

ruota nella mia idea letale


[ Antonio De Rose ]

Foto A.De Rose